Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota anche a Roseto per il referendum abrogativo
I cittadini italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari abrogativi. Quattro riguardano il mondo del lavoro, uno affronta il tema dell’accesso alla cittadinanza italiana.
Per votare è necessario presentarsi al proprio seggio muniti di tessera elettorale e di un documento di identità in corso di validità.
Ogni elettore potrà esprimere un voto distinto per ciascun quesito: è possibile votare “sì” ad alcuni, “no” ad altri, oppure scegliere di non rispondere a uno o più quesiti.
Il primo quesito riguarda le norme sui licenziamenti introdotte con il cosiddetto Jobs Act nel 2015.
Si propone di abrogare le disposizioni che limitano il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori assunti dopo marzo 2015.
Se il referendum dovesse passare, si tornerebbe alla possibilità del reintegro in azienda per tutti i dipendenti, indipendentemente dalla data di assunzione, in caso di licenziamento ingiustificato.
Il secondo quesito mira a eliminare il tetto massimo all’indennizzo previsto per i lavoratori di aziende con meno di 15 dipendenti in caso di licenziamento senza giusta causa.
Oggi, in questi casi, il giudice può riconoscere al massimo sei mensilità come risarcimento.
L’abrogazione di questa soglia permetterebbe di estendere l’entità dell’indennizzo a seconda della gravità e delle circostanze.
Il terzo quesito riguarda i contratti a termine.
Si propone di abrogare alcune norme che, secondo i promotori, hanno favorito il ricorso massiccio alla precarietà lavorativa.
L’obiettivo è porre limiti più rigidi alla possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a tempo determinato, incentivando le assunzioni stabili.
Il quarto quesito tocca un aspetto fondamentale della sicurezza sul lavoro.
Si chiede di ripristinare la responsabilità solidale tra il committente e le imprese appaltatrici in caso di infortuni.
In sostanza, se approvato, il quesito renderebbe nuovamente responsabile anche l’azienda che affida un appalto, e non solo quella che lo esegue, in caso di danni ai lavoratori.
Il quinto quesito riguarda l’accesso alla cittadinanza per gli stranieri residenti legalmente in Italia.
Oggi sono necessari dieci anni di permanenza per poter fare richiesta.
Il quesito propone di ridurre questo periodo a cinque anni.
Resterebbero invariati gli altri criteri già previsti dalla legge, come la conoscenza della lingua italiana e la capacità di sostenersi economicamente.
I cinque quesiti, approvati dalla Corte Costituzionale, saranno presentati in forma distinta sulla scheda.
Ogni cittadino potrà valutare separatamente il contenuto di ciascuno e decidere in piena libertà se abrogare le norme oggetto del voto ("SI") o confermarle ("NO")
Al centro del referendum ci sono temi concreti e quotidiani, che incidono sulla vita lavorativa, sui diritti sociali e sulle prospettive di cittadinanza per milioni di persone.