Nino Bacchetta: un ricordo a cent'anni dalla nascita
Nel cuore di Roseto degli Abruzzi, un nome rievoca memorie di passione, impegno e comunità: Nino Bacchetta. A cent'anni dalla sua nascita, il suo ricordo non sbiadisce, ma risplende di luce ancora viva.

Nato nel 1924, Nino Bacchetta fu molto più di un professionista o di uno sportivo.
Fu un tessitore di relazioni, un narratore instancabile della vita rosetana, un sognatore che trasformava gli spazi urbani e le aspirazioni collettive in progetti concreti.
Geometra di professione, Nino disegnò letteralmente il volto moderno di Roseto.
Il suo primo portico, realizzato per il Bar Ferzetti, non fu solo un elemento architettonico, ma un segno di civiltà, un luogo di incontro e di comunità.
La sua progettazione edilizia raccontava una visione: una città che cresce con armonia, rispettando il territorio e le persone.
Nello sport, Bacchetta non fu un semplice spettatore, ma un protagonista.
Pallacanestro, calcio e tennis erano per lui più di attività ricreative: erano linguaggi di aggregazione, strumenti per educare i giovani ai valori della disciplina, del rispetto e della collaborazione.
Come dirigente della Polisportiva Rosetana, anticipò tendenze nazionali, introducendo innovativi modelli di gestione che avrebbero rivoluzionato lo sport italiano.
La sua intuizione di creare sezioni autonome aprì la strada agli sponsor, rendendo lo sport un fenomeno economico e sociale.
Nel 1957, da presidente della squadra di basket di Roseto, guidò la società alla prima storica promozione in Serie A, un traguardo che segnò l’inizio di un'epoca d’oro per la pallacanestro cittadina.
Nino Bacchetta (il secondo da destra, accanto ad un giovanissimo Emidio Testoni) festeggia con giocatori e dirigenti la prima promozione in Serie A nel 1957
Nino Bacchetta riceve le congratulazioni del Prefetto Di Pancrazio dopo la promozione in Serie A
Giornalista per passione, Bacchetta era il cronista di una comunità.
Le sue lettere, piene di humour e di vita, mantenevano unite le persone, raccontando Roseto anche a chi era lontano.
Ogni sua parola era un filo che ricuciva distanze, mantenendo vivo il senso di appartenenza.
La sua vita, breve ma intensa, si interruppe nel 1968, quando aveva solo 44 anni.
Un male improvviso, purtroppo, lo strappò agli affetti, lasciando un vuoto immenso.
Il suo spirito, però, è rimasto vivo nella memoria collettiva, nei progetti realizzati, nei valori tramandati.
Per sua figlia Barbara, che lo conobbe troppo poco, questo ricordo vuole essere un abbraccio postumo.
Nino Bacchetta non è solo un nome in una fotografia sbiadita, ma l'essenza di una generazione che ha (ri)ricostruito l'Italia con lavoro, creatività e speranza.
E ancora oggi, cent'anni dopo la sua nascita, Nino continua a raccontarci cosa significhi essere parte di una comunità: non solo abitarla, ma amarla, immaginarla, costruirla giorno dopo giorno.