“Il Principe” Giuseppe Giannini, a Roseto per impegni sportivi, racconta la sua ascesa dalla periferia all’Olimpico

Al torneo "Coppa delle Rose" il calcio diventa racconto, crescita e passione.

6 Giugno 2025 - 20:33
6 Giugno 2025 - 22:33
“Il Principe” Giuseppe Giannini, a Roseto per impegni sportivi,  racconta la sua ascesa dalla periferia all’Olimpico
Giuseppe Giannini con la maglia della Roma e oggi

Nel weekend appena trascorso, Roseto degli Abruzzi ha unito generazioni, valori ed emozioni.
L’occasione è stata rappresentata dallo svolgimento del torneo nazionale giovanile di calcio “Coppa delle Rose”, giunto alla quarta edizione e organizzato da EFFEDI SPORT in collaborazione con l’AS Roseto.
Ma non si è trattato solo di partite, goal e classifiche.
Al centro c’erano loro, i giovani.
Con i loro sogni, il loro entusiasmo e la voglia di imparare.
A guidarli, due figure carismatiche che il calcio lo conoscono a fondo: Giuseppe Giannini, storico capitano della Roma e colonna della nazionale anni ’80 e ’90, e Dario Pisani, ex allenatore nei settori giovanili di Roma e Lazio. I due sono oggi le figure chiave dell’organizzazione del torneo.
Li abbiamo incontrati all’Hotel La Tartaruga, tra un sorriso e un ricordo, per parlare di calcio, ma soprattutto di crescita, passione e futuro.

Giuseppe Giannini, si parte sempre da un campo di periferia. Il tuo qual era?

Il Frattocchie, la squadra di una borgata romana. Ho cominciato lì, a cinque anni, come ala sinistra. Poi sono passato all’Almas Roma, avevo 12 anni, fino a quando fui notato dalla Roma durante la finale di un torneo nella quale segnai due reti. Prima ancora, però, fui invitato a Milanello dal Milan per una settimana. Giocai bene, mi portarono in sede, mi regalarono una maglia di Rivera. Volavo. Ma la Roma venne a saperlo…

E ti chiamarono subito a Trigoria?

Esatto. Giocai una partitella tra riserve e prima squadra, giocando con Benetti, Turone, Bruno Conti ed altri.  Dopo 40 minuti, Nils Liedholm disse: “Questo lo prendiamo”. Avevo 15 anni. Da lì sono rimasto in giallorosso per quindici anni. Poi sono stato in Austria (Sturm Graz), a Napoli e a Lecce.

Dario Pisani (in maglia grigia) e Giuseppe Giannini, a destra

Cosa significava allora giocare all’Olimpico?

Ogni partita rappresentava una prova decisiva. Lo stadio traboccava invariabilmente di 60-70 mila spettatori, creando una pressione soffocante. Il peso psicologico era enorme, eppure sono riuscito a reggere questa tensione per quindici anni, superando sempre i momenti difficili.​​​​

E poi l’Europeo ’88 e il Mondiale ’90…

Sì, con una nazionale con tanti giocatori fortissimi: Baggio, Mancini, Donadoni, Baresi, Maldini, Schillaci… Era un onore farne parte. E stata un’emozione unica rappresentare l’Italia.

Oggi il calcio è diverso?

Sì, è leggermente più veloce, ma forse c’è meno tecnica rispetto a quando giocavo io.

Dopo aver smesso di giocare cosa hai fatto?

Ho svolto l'attività di procuratore sportivo, poi mi sono dedicato alla carriera da allenatore, facendo qualcosa di positivo e qualcosa di negativo. Nel complesso, è stata una bella esperienza. Da alcuni anni seguo il calcio dilettantistico e giovanile soprattutto nel Lazio. Ho aperto anche una mia scuola calcio a Marino, ai Castelli Romani, la Giannini Football Academy. Abbiamo una bella struttura, gente di esperienza e tanta voglia di formare i ragazzi nel modo giusto.

Dario Pisani, tu sei la mente organizzativa dietro questo torneo. Da dove nasce tutto?

Dalla voglia di fare le cose fatte bene. Con EFFEDI SPORT abbiamo voluto costruire un torneo serio, nazionale, dove i ragazzi potessero imparare divertendosi. Ci siamo riusciti: 38 squadre, 1500 persone, un impatto forte per il territorio.

Chi vi ha supportato a livello locale?

Un ringraziamento speciale va a Camillo Cerasi, presidente dell’AS Roseto Calcio. Senza di lui e senza la collaborazione del club non sarebbe stato possibile. Il suo impegno per il calcio giovanile è concreto, autentico.

Che impressione ti ha fatto avere Giannini al tuo fianco?

Un onore. Quando un campione del suo calibro parla ai ragazzi, lo ascoltano davvero. La sua presenza ha dato spessore al torneo. È il calcio che torna a essere scuola di vita.

Daniele Vallonchini Si distingue per la sua capacità di analisi degli eventi sportivi. È stato corrispondente per testate giornalistiche nazionali di rilievo. Sa condurre interviste incisive con atleti e dirigenti, riuscendo sempre a cogliere dettagli interessanti. La sua passione per lo sport e la sua vasta conoscenza in diversi ambiti sportivi sono una vera e propria garanzia per i lettori di Roseto24.it!