Ricordi di un “villeggiante” a Roseto dal 1966: nostalgia, avventura e ingegno di una gioventù senza freni

Riccardo, romano che trascorre le vacanze a Roseto da quando era ancora nel grembo materno, mi offre la "colazione di Ferragosto" condividendo con me uno dei suoi ricordi estivi. Devo ammetterlo, lui e i suoi amici furono protagonisti di un'impresa titanica!

15 Agosto 2024 - 12:27
15 Agosto 2024 - 18:32
Ricordi di un “villeggiante” a Roseto dal 1966: nostalgia, avventura e ingegno di una gioventù senza freni
Riccardo, il romano che trascorre le vacanze estive a Roseto da sempre

"Era l'estate del 1977, la dodicesima che trascorrevo a Roseto degli Abruzzi
Il mio piccolo mondo estivo si estendeva in un quadrilatero che andava dalla Piazza del Comune al Bar Porrini, passando per il Lido Haiti e la Villa Savini. Ero quello che all'epoca veniva definito un "villeggiante", anche se non abitavo in una villa lussuosa. La mia casa estiva era una grande stanza che condividevo con i miei genitori e mio fratello, con una piccola cucina e un bagno. Era semplice, ma per noi era perfetta.

I ragazzi del posto mi avevano soprannominato "Lu Rumà", che in dialetto significava "Il Romano", per via delle mie origini. In realtà, ero per un quarto "Peligno" (e quindi Abruzzese) da parte di padre, ma questo dettaglio spesso dimenticavo di menzionarlo.

Le mie giornate estive seguivano sempre lo stesso ritmo piacevole. Al mattino, facevo il bagno al Lido Haiti. Poi, man mano che crescevo e guadagnavo più libertà, passavo i pomeriggi a giocare con altri ragazzi sulla spiaggia libera tra il Lido Aurora e quello che oggi si chiama Lido Azzurra. Io lo chiamavo "Lido Savini", forse perché era vicino alla pineta che apparteneva ancora alla famosa famiglia Savini di Roseto.

Quegli anni erano l'epoca d'oro delle moto da cross. Chi aveva fratelli maggiori e fortunati sognava di possedere moto famose come il Caballero della Fantic, l'Aspes 50 o il Simonini. Alcuni si sarebbero accontentati anche di un Malanca o di un Gilera. A me toccò una specie di Califfone, ma questa è un'altra storia che meriterebbe un racconto a parte.

Non potendo avere vere moto, molti di noi trasformavano le proprie biciclette, soprattutto le "Grazielle", per farle assomigliare il più possibile a moto da cross. Smontavamo i parafanghi e il  carter che copriva la catena, tagliavamo il telaio per eliminare il portapacchi posteriore e montavamo pneumatici simili a quelli da cross. Scherzando, dico sempre che abbiamo inventato noi lo stile "naked" e non la Ducati!

La mia Graziella, già di seconda o terza mano quando me la regalarono, finiva ogni estate dal saldatore. Le nostre avventure su e giù per fossi e marciapiedi la mettevano a dura prova e c'era sempre qualcosa da riparare.

Questa passione per le due ruote, unita alla tipica spavalderia di noi ragazzi nati negli anni '60, ci portò a un'impresa che ancora oggi ricordo con orgoglio. Il nostro gruppo estivo, un mix tra "I Ragazzi della Via Pál" e una banda di monelli scappati dall'oratorio, decise di costruire un vero e proprio "crossodromo" per biciclette!

Trovammo un campo incolto vicino alla "Casa Gialla", una villa disabitata e un po' abbandonata in collina. Il proprietario, chiunque fosse, sembrava non preoccuparsene troppo, e noi lo prendemmo come un tacito permesso per realizzare il nostro sogno.

Ci mettemmo al lavoro come formiche operose. Pulivamo il terreno dalle erbacce, segnavamo il percorso con nastri colorati legati a paletti improvvisati. La parte più divertente, e forse la più impensabile per i ragazzi di oggi, era recuperare pneumatici usati. Facevamo la spola tra un gommista vicino a Piazza Ungheria e il "nostro" campo. Questi pneumatici venivano interrati per metà lungo il percorso, proprio come vedevamo fare nei circuiti veri in TV, per segnare le curve più pericolose.

Quel campo divenne il teatro delle nostre imprese. I più coraggiosi e talentuosi si esibivano in acrobazie che a noi sembravano epiche. Organizzavamo gare a cronometro e competizioni di gruppo che duravano per tutto il mese di agosto. Erano momenti di pura gioia e libertà, lontani dalla supervisione degli adulti, dove potevamo sentirci grandi e invincibili.

Ripensando a quei giorni, mi chiedo spesso se qualcun altro conservi gli stessi ricordi. Quelle estati a Roseto, con le nostre biciclette trasformate e il nostro crossodromo fatto in casa, rappresentano un periodo speciale della mia vita, pieno di amicizia, avventura e spensieratezza. Sono memorie che custodisco gelosamente, testimoni di un'epoca così lontana eppure ancora così viva nei miei ricordi!"

Il ricordo di Riccardo ci porta nell'Italia degli anni '70, un'epoca di grandi cambiamenti. Le vacanze al mare, come quelle a Roseto degli Abruzzi, diventavano popolari tra la classe media. I giovani amavano le moto e le bici modificate e creavano spazi come il "crossodromo" per divertirsi.

Nelle località di mare, turisti e residenti si mescolavano, creando un'atmosfera unica. Il paesaggio costiero stava cambiando, con ville abbandonate e campi incolti. I ragazzi godevano di molta libertà, impensabile oggi. Erano i tempi in cui si viaggiava in auto senza cinture e ci si arrampicava sugli alberi senza troppe preoccupazioni.

Questi ricordi non sono solo nostalgia, ma ci raccontano una generazione che cercava la propria strada in un mondo che cambiava velocemente...

Grazie di cuore e Buon Ferragosto Rosetano, "Oh lu Rumà!" 

Lorenzo Mazzocchetti Ideatore e fondatore di Roseto24.it, unisce un grande desiderio di conoscenza a una buona dose di sana ironia. Sa raccontare le vicende locali con uno stile originale e coinvolgente, trasformando il sito in un punto di riferimento per chi vuole scoprire e vivere la città in tutte le sue sfumature.