L'assurda storia di una strada che sfida il fiume Tordino
C'è una tracotanza tutta italiana che supera ogni immaginazione: quella di sfidare la natura con la stessa leggerezza con cui si attraversa un incrocio. Accade in provincia di Teramo, dove l'ANAS, quell'ente che dovrebbe tutelare la sicurezza pubblica, sta per costruire un'opera da 170 milioni di euro che più che un'infrastruttura sembra un azzardo da operetta.

Il teatro dell'assurdo è il fiume Tordino, le cui piene hanno già dimostrato con brutale evidenza cosa significhi scontrarsi con i limiti geografici.
Eppure, i signori della burocrazia hanno un piano: costruire una strada che non solo lambisce il fiume, ma addirittura gli passa sopra, come un bambino che gioca a fare il furbo con un coccodrillo.
Il Forum H2O, ultimo baluardo del buonsenso in questa farsa all'italiana, ha già annunciato che, qualora il progetto dovesse essere approvato, porterà il fascicolo alla Corte dei Conti.
Una minaccia che suona come l'ultima cartuccia di chi sa di essere già stato sconfitto dalla miopìa di funzionari che guardano solo "le carte".
Persino Striscia la Notizia, con Pinuccio, si è accorta dell'assurdità ed ha portato le sue telecamere a Roseto degli Abruzzi.
Intervistare i comitati locali significa ascoltare le voci di chi quel territorio lo vive, lo conosce e lo rispetta.
ANAS, dal canto suo, risponde con quella sicumera burocratica che è il marchio distintivo di chi non ha argomenti: "Abbiamo tutti i permessi, tutto è a norma".
A che serve ricordare loro le tragedie recenti come le alluvioni in Emilia Romagna o il dramma di Valencia?
Sono dettagli che scivolano via come acqua su pietra per questi architetti del rischio calcolato.
L'unica certezza è che, ancora una volta, prevarrà la logica del "tanto pagano altri" (in questo caso, probabilmente, i cittadini che dovranno fare i conti con un'opera più simile a una provocazione che a un'infrastruttura, un ponte su un fiume sfidato con arroganza ingegneristica).
La storia si ripete: l'Italia che non impara mai, che costruisce dove non dovrebbe, che sfida l'evidenza con la tracotanza di chi si sente onnipotente.
Un copione già visto, che stavolta ha come scenario un breve tratto di strada in Abruzzo, il quarto lotto della "Teramo Mare".
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