Il grande gioco della vita: la magia della palla
Assorto nei miei pensieri, attraverso lentamente la piazza dove sono cresciuto giocando con gli amici d’infanzia. Sono circondato da bambini che si divertono, seguiti da vicino dall'occhio sempre vigile di genitori e nonni.

All'improvviso, una palla rimbalza davanti a me.
Cosa faccio?
La ignoro, continuando per la mia strada?
O cedo all'irresistibile impulso di colpirla, anche solo leggermente, con un piede?
Scelgo la seconda opzione ed ecco la magia: vengo immediatamente pervaso dalla piacevolissima sensazione di essere ancora vivo!
Già, perché la palla ha questo potere magico.
È un involucro pieno d'aria che sfida la gravità, un oggetto così semplice eppure così potente da farci dimenticare, anche solo per un istante, che siamo adulti con responsabilità, rate da pagare e riunioni a cui partecipare.
La palla è realmente democratica.
Non chiede il tuo conto in banca, non giudica il tuo aspetto, non si cura del tuo status sociale.
Chiede solo di essere giocata.
Bisogna esercitarsi, bisogna "provare... provare... provare...".
E in quel momento, che tu sia un CEO o un operaio, un bambino o un anziano, diventi semplicemente un essere umano che gioca.
Fisicamente, la palla è un miracolo della natura.
La sua forma sferica le permette di rotolare con un'efficienza che farebbe impallidire qualsiasi ingegnere.
Il suo rimbalzo sfida le nostre percezioni, creando quell'elemento di sorpresa che ci tiene col fiato sospeso durante una partita.
Psicologicamente, la palla è una terapista a basso costo.
Stress da lavoro? Kick boxing con un pallone.
Frustrazione repressa? Tennis contro il muro.
Bisogno di connessione umana? Una partita di calcetto con gli amici.
La palla ascolta sempre.
Nel film "Cast Away", Tom Hanks, naufrago su un'isola deserta, disegna un volto su una vecchia palla per combattere la solitudine e l'isolamento.
Wilson, questo il nome dato all'oggetto inanimato, diventa l'amico e l'interlocutore fidato del nostro eroe.
Socialmente, la palla è un diplomatico senza passaporto.
Ha il potere di unire persone che non parlano la stessa lingua, di creare amicizie tra sconosciuti in un parco, di far gridare di gioia un intero stadio.
In un mondo diviso, la palla ci ricorda che siamo tutti parte della stessa squadra: la squadra umana.
A pensarci bene, però, il vero potere magico della palla sta nella sua capacità di evocare ricordi.
Quante volte, vedendo dei bambini giocare a palla, ci siamo ritrovati catapultati nel cortile della nostra infanzia?
La palla è una macchina del tempo tascabile, capace di farci tornare a quei momenti in cui la nostra più grande preoccupazione era: "La mamma mi chiamerà per cena?".
In un mondo sempre più digitale, dove la realtà virtuale minaccia di soppiantare quella fisica, la palla rimane un baluardo di tangibilità.
Non puoi fare swipe su una palla, non puoi metterle un like, non puoi condividerla su Instagram (beh, potresti, ma non sarebbe la stessa cosa).
La palla ci ricorda che siamo esseri fisici in un mondo fisico.
Ci ricorda l'importanza del gioco, del movimento, dell'interazione reale.
Ci ricorda che, nonostante tutto, possiamo ancora sorridere per qualcosa di così semplice come un contenitore d'aria che rimbalza.
Mi raccomando, quando vedrai una palla rimbalzare vicino a te, non esitare.
Colpiscila, lanciala, afferrala.
Perché in quel momento non starai solo giocando con una palla, starai anche toccando un po' di magia.
E, anche se lo avevi ormai dimenticato, ricorderai improvvisamente di essere stato anche tu bambino.