Ferdinando 'Nando' Collevecchio, tra farina e dolci tradizioni

Nelle vie di Roseto, il profumo del pane racconta ancora storie che attraversano il tempo. Storie di alba e farina, di mani sapienti e tradizioni custodite.

4 Novembre 2024 - 10:30
8 Novembre 2024 - 10:56
Ferdinando 'Nando' Collevecchio, tra farina e dolci tradizioni

La storia del panificio Collevecchio inizia con Giovanni, classe 1923, conosciuto da tutti come "Lu re".
Un soprannome regale per chi ha fatto della panificazione la sua missione di vita.
Dopo avere appreso l'arte da Mastro” Liberatore Brandimarte, dal 1943 Giovanni ha portato avanti il panificio artigianale con instancabile dedizione, affiancato prima dalla sorella Valeria e poi anche dalla moglie Vincenzina.


La foto del fondatore, Giovanni "Lu re" Collevecchio, troneggiante nel punto vendita di Via Cavour

Inizialmente, era il primogenito Stefano il designato per proseguire l'attività di famiglia.
Dotato di spiccate capacità imprenditoriali e organizzative, aveva già dimostrato di saper gestire con maestria gli aspetti commerciali dell'attività.
Purtroppo, a soli 29 anni, un terribile incidente stradale lo costrinse su una sedia a rotelle.
Furono quindi Nando, il secondogenito, e Paolo, il fratello minore, a prendere in mano le redini del panificio.
Paolo, che aveva già appreso l'arte della panetteria direttamente dal padre, proseguì nella tradizione della panificazione.
Nando, invece, iniziò il suo percorso nella pasticceria grazie agli insegnamenti della zia Valeria che gli trasmise le basi e i segreti dei dolci della tradizione.
In seguito, lo storico pasticcere rosetano Allegrino Dragani completò la sua formazione, lavorando per un periodo nel laboratorio e perfezionando le sue competenze.


Cinzia, sempre in prima linea nel punto vendita di via Cavour

Il profumo di pane appena sfornato avvolge ogni parola quando Nando inizia a raccontare.

"Sai", mi dice sistemando le pagnotte ancora calde, "i miei primi ricordi hanno questo odore. Avevo forse cinque anni quando mi svegliavo al suono dei passi di papà che scendeva in laboratorio alle tre del mattino. Il profumo di lievito madre saliva fino alle camere, era il mio primo contatto col mondo ogni giorno."

Mentre parliamo, i gesti sono quelli di sempre: controllare la lievitazione, verificare la temperatura del forno, ascoltare il suono della crosta che racconta quando il pane è pronto.

"Una volta non c'erano timer digitali o impastatrici automatiche. Mi torna in mente papà in bicicletta che girava per le strade gridando: 'alle sei si ammassa, alle sette si spiana!'. Era un rituale che univa l'intero paese."

Nando Collevecchio nel suo laboratorio di pasticceria

Il ricordo si fa più intenso quando il discorso tocca i cambiamenti sociali.

"Prima il pane era il simbolo della comunità. Le famiglie preparavano l'impasto a casa e lo portavano qui per la cottura. Le donne si fermavano a chiacchierare, si scambiavano ricette, raccontavano la vita del paese. Oggi tutto corre, ma noi manteniamo quell'atmosfera. Chi entra qui non è solo un cliente, è parte della nostra storia."

La sfida con la grande distribuzione non spaventa Nando.

"Papà diceva che il pane non è solo cibo, è cultura. I supermercati possono offrire prezzi più bassi, ma non possono replicare la passione, la tradizione e la qualità. Il nostro pane ha un'anima. E poi," aggiunge con un sorriso, "abbiamo i nostri dolci."

Ed è qui che il volto di Nando si illumina davvero. Mi porta nel retro del laboratorio, dove gli antichi stampi raccontano la storia della torta teramana, la "casareccia" che ha reso celebre il nome Collevecchio ben oltre i confini cittadini.

"Vedi questi stampi? Alcuni sono quelli originali di papà. Ogni graffio racconta centinaia di torte, migliaia di momenti felici: battesimi, comunioni, matrimoni. La ricetta della torta teramana è un tesoro custodito con cura: mandorle tritate finemente, cioccolato fondente pregiato, il giusto equilibrio tra tutti gli ingredienti. I clienti si dividono da sempre tra due correnti di pensiero: gli ‘Alchermes sì’ e gli ‘Alchermes no’. Per alcuni, nella torta il liquore è l’ingrediente che fa la differenza, mentre per altri è del tutto superfluo. Ma il vero segreto", sussurra Nando, "è la pazienza. Come per il pane, anche i dolci hanno i loro tempi. E non possono essere forzati."

Le mani in pasta...

Dal laboratorio escono ogni giorno anche caggionetti, sfogliatelle, bocconotti, i dolci della tradizione che una volta si facevano solo in casa.

"È bello vedere i giovani che vengono a cercare i sapori della loro infanzia e gli anziani che riconoscono i gusti di una volta."


Le "sfogliatelle" abruzzesi

Nando mi accenna anche all’aspetto economico della sua attività.

"Ricordo che papà teneva un quaderno dove segnava i crediti, si fidava sulla parola. Oggi è diverso: costi dell'energia, materie prime, tasse... Ma il pane deve restare alla portata di tutti, pur garantendo dignità a chi lo produce."

Mentre la nostra chiacchierata volge al termine, una nuova infornata di pane riempie l'aria del suo profumo inconfondibile. Nando si ferma un attimo, gli occhi lucidi.

"Ogni mattina, quando accendo il forno, sento ancora la presenza di papà e mamma. Mi hanno insegnato che il pane buono lo fanno le persone buone. Non è solo un mestiere, è un modo di vivere: con passione, empatia, dedizione."


Il premio ricevuto dall'Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi

Il panificio Collevecchio, con i suoi punti vendita di via Cavour e via Mezzopreti, rimane un presidio sociale, un punto di riferimento dove le persone non vanno solo per comprare, ma per ritrovare un pezzo della propria storia. 
In un'epoca di acquisti virtuali e relazioni digitali, qui si nutre ancora l'anima della comunità, un pezzo alla volta, un sorriso alla volta.
Oggi la tradizione continua con una nuova generazione: Laura e Andrea collaborano nell'attività di famiglia portando energia fresca, ma mantenendo intatto quello spirito che ha reso speciale il panificio per oltre settant'anni.
Particolarmente prezioso è anche il supporto di Valeria, moglie di Paolo, che nel punto vendita di via Mezzopreti accoglie i clienti con la stessa dedizione che caratterizza da sempre la famiglia Collevecchio.

E domattina, quando ancora sarà buio, le luci del panificio Collevecchio si accenderanno di nuovo, per un altro giorno di arte bianca e per continuare a scrivere nuove pagine di questa storia che profuma di casa.

Lorenzo Mazzocchetti Ideatore e fondatore di Roseto24.it, unisce un grande desiderio di conoscenza a una buona dose di sana ironia. Sa raccontare le vicende locali con uno stile originale e coinvolgente, trasformando il sito in un punto di riferimento per chi vuole scoprire e vivere la città in tutte le sue sfumature.