Confessioni semiserie dell'ultimo Mister Roseto
Abbiamo ricevuto un simpatico racconto da un lettore. E' ambientato nella Roseto degli anni '80 e noi, naturalmente, lo pubblichiamo più che volentieri.

Ora che ho superato da tempo il mezzo secolo di vita, sento il dovere morale di confessare alcuni fatti accaduti in un'estate dei mitici anni '80 e ciò che da essi è scaturito.
Quella fu probabilmente la mia estate più spensierata trascorsa a Roseto.
Ero ormai maggiorenne e avevo finalmente conseguito l'agognato diploma di maturità.
Passavo le mie giornate quasi interamente presso il Lido La Paranzella (se si escludono le incursioni notturne in qualche discoteca dei dintorni), dove la mia comitiva era formata da autoctoni e da tanti "villeggianti" come me.
Bagni, partite a pallone al tramonto sulla battigia, interminabili sfide a pallavolo 5 contro 5, biliardino, flirt estivi e così via. Il tutto accompagnato dalla musica diffusa dal juke box.
Come da tradizione ormai consolidata, prima di Ferragosto si andava ad assistere ad una manifestazione molto seguita presso l'Arena 4 Palme, dove, tra esibizioni canore, di danza e ginniche, si eleggevano Miss Roseto e Mr Roseto.
Avevo resistito alla richiesta di alcune amiche, che facevano parte dell'organizzazione, di iscrivermi al concorso, per cui andai da semplice spettatore insieme ad altri amici.
A manifestazione iniziata, le amiche organizzatrici mi supplicarono di partecipare perché gli iscritti alla "competizione" non erano tanti, così vinsi la mia timidezza e accettai.
In quegli anni non era ancora esplosa la moda del culturismo, per cui era fortunatamente esclusa una sfilata in costume da bagno.
A distanza di anni, ricordo esattamente come ero vestito: un paio di pantaloni a disegno scozzese, una camicia sportiva celeste con doppie tasche sul petto e ai piedi le mie inseparabili Converse All Star in tela.
Veniamo ora alle congiunture "astrali", ma molto terrene o "terrone" come direbbe un leghista della prima ora (ormai razza per fortuna in via di estinzione), che portarono alla mia elezione a Mr Roseto.
A proposito, qualcuno a Roseto sostiene che dopo quell'anno la manifestazione non fu più ripetuta, per cui il "titolo" apparterrebbe ancora al sottoscritto.
Mi sento quindi come l'ultimo Cavaliere di "Indiana Jones e l'ultima crociata", costretto a vegliare sul Santo Graal.
Ebbene, tra i concorrenti c'erano un milanese, un napoletano, un romano e altri.
Lo so, sembra l'inizio di una barzelletta, ma serve a chiarire le circostanze.
Per primo sfilò un ragazzo di Roma che ebbe la sua giusta dose di applausi, poi un veneziano, seguito da un ragazzo di Napoli che ricevette una prevedibile ovazione dalla nutrita e calorosa rappresentanza di turisti partenopei (sollecitati anche dalla presentatrice della serata che puntò sul campanilismo italico).
Poi fu la volta del milanese, e il pubblico del "nord" non si fece superare dai "tifosi" napoletani.
Infine, fu il mio turno.
Non ero probabilmente più bello o affascinante degli altri, ma il pubblico dei romani, presenti in maggioranza in un'Arena 4 Palme gremita all'inverosimile, si prese una rivincita su tutti, producendo un'ovazione superiore alle precedenti.
Gli applausi prolungati, unitamente al fatto che alcune delle giurate frequentavano anche loro La Paranzella (siamo pur sempre italiani...), indussero la giuria ad assegnare a me il titolo di Mr Roseto e quello di Miss Roseto ad una ragazza che frequentava il mio stesso lido.
A questo punto della lettura, mandate a letto i bambini perché quello che segue non è adatto ai minorenni.
Ebbene, il titolo, oltre ad una immensa coppa-scultura che ancora conservo, portò come conseguenza quasi immediata che una delle ragazze più belle della spiaggia, soprannominata "culetto d'oro" (chissà, probabilmente a causa di una particolare pigmentazione della pelle), si interessasse a me.
Dal primo bacio alla dichiarazione che quella sarebbe stata l'estate della sua "prima volta", passarono pochi giorni.
Probabilmente, la decisione era stata presa prima di conoscermi, ma il titolo appena conquistato, evidentemente, aveva fatto di me un candidato perfetto.
Le circostanze vollero che i miei genitori si assentassero per qualche ora, per cui organizzai tutto in grande fretta. E si sa che la fretta è cattiva consigliera.
Tutto pronto: doccia, profumo, asciugamani...
In realtà la mia esperienza in materia si era formata anni prima su Postal Market, sfogliando le pagine dedicate all'intimo femminile e, successivamente, grazie alla collezione di Playboy del padre di un mio amico.
Lei si presentò all'appuntamento con lo stesso animo di chi va dal dentista per un'estrazione, ma al momento di passare ai fatti, quello che negli anni a venire sarebbe stato il compagno fedele di tante avventure, mi voltò le spalle.
A sua discolpa c'è da dire che non era abituato ad essere "il primo" e che anche l'esperienza della malcapitata doveva essere agli albori.
Sta di fatto che il mio terapista, dopo avermi dichiarato guarito, ha poi pubblicato un libro dal titolo "101 scuse per giustificare una cilecca".
Per anni, nei miei incubi, ho immaginato un incontro con quella ragazza tipo John Belushi nella scena del film "The Blues Brothers". Sotto la minaccia di un mitra, lui inventa tutta una serie di scuse per aver mollato la fidanzata sull'altare (è l'unica scena del film in cui Jake si toglie gli occhiali: un genio!).
Non ebbi una seconda chance, né osai chiederla, schiacciato com'ero dall'imbarazzo e dai sensi di colpa.
Mi sono spesso chiesto se quell'episodio abbia lasciato strascichi nella vita della mia amica, sperando che la sua vera "prima volta" sia stata frutto di un sentimento autentico e non di un capriccio estivo...
Disclaimer: si tratta di un racconto è di fantasia e ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.