Arte, memoria e mancanza di rispetto
Stamane mi sono seduto per alcuni minuti a contemplare il monumento ai caduti del mare nei pressi del pontile. È una cosa che faccio periodicamente, quando passo da quelle parti. Stavolta sono rimasto inevitabilmente colpito dal potente contrasto tra sacro e profano.

La scultura, con le sue figure tormentate che emergono dalla pietra, evoca il dolore e il sacrificio di coloro che hanno perso la vita in mare.
È un'opera che dovrebbe ispirare riflessione e rispetto.
Eppure, la bottiglia di plastica gettata con noncuranza su una delle statue, stride violentemente con la solennità del luogo.
È un gesto irriverente che non solo deturpa l'opera d'arte, ma sembra quasi beffarsi della memoria che il monumento cerca di preservare.
Questa scena ci pone di fronte a una scomoda verità: quanto spesso, nella frenesia della vita quotidiana, dimentichiamo di onorare il passato e di prenderci cura dei simboli della nostra storia collettiva?
La bottiglia di plastica diventa così un amaro promemoria della nostra, a volte superficiale, relazione con la memoria e il rispetto.
Forse, più che etichettarlo soltanto come un deprecabile atto di vandalismo, dovremmo considerarlo come un invito a riflettere su come possiamo riconnettere le giovani generazioni con la storia e i valori che questi monumenti rappresentano, affinché il ricordo non diventi mai un semplice sfondo da ignorare o, peggio, da sporcare.